Di Cleide Strano
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Elmire des sept Bonheurs, confidences d'un vieux travailleur de la distillerie Saint-Etienne
Gallimard, 1998
Nella prima parte di Rhum in Lettere , abbiamo raccontato il Rhum con le parole di Raphaël Confiant. Il suo Rhum, nel romanzo “Regisseur du Rhum”, è insieme scoperta, iniziazione e soprattutto storia.
Oggi, invece, raccontiamo il Rhum di Patrick Chamoiseau. Scrittore francese nato a Fort-de-France in Martinica, sostenitore della causa creola e, come Confiant, fondatore del movimento letterario de La Créolité. Pubblica il suo primo romanzo nel 1986, ma ottiene la consacrazione letteraria nel 1992 vincendo il premio Goncourt con il romanzo Texaco, affresco di vita e cultura popolare Martinicana su tre generazioni.
Ma torniamo al Rhum, e facciamolo con le sue parole, tratte dal romanzo Elmire des sept Bonheurs basato sulle testimonianze dei lavoratori della distilleria di Saint-Etienne in Martinica.
Si tratta di un racconto in tandem tra lo scrittore, Chamoiseau, e il fotografo, Jan-Luc de Laguarique.
La lirica creola di Chamoiseau e i ritratti intensi di Jan-Luc de Laguarique, ci portano per mano, direttamente e umanamente, dentro il segreto del Rhum.
"Un secolo di belle parole fluttua nella distilleria di Saint-Etienne, come ciuffi di bambù in una gola senza fondo, anche i segreti vi fluttuano dentro. Una sfera di segreti, che dal 1893 arriva fino ai giorni d’oggi. Sembra che i lavoratori li conoscano, ma io sono l'unico a contarli nella memoria"
Perché il Rhum di Patrick, è il Rhum dei segreti. Il Rhum delle persone che ogni giorno lavorano, faticano, e vivono la loro unica vita e realtà: quella di fare il Rhum.
Nelle sue descrizioni ci sono pochissime macchine, ma tanti uomini e tante donne. Occhi, parole, mani che puliscono tini e caricano bottiglie, persone che hanno intrinseca nell’anima la conoscenza, il saper fare, il know-how della costruzione del loro Rhum.
"...una vecchia conoscenza, una vera conoscenza carnale, attraverso la quale, il rum acquisisce un'anima che nessuna macchina del mondo può suscitare"
Il momento della degustazione, che arriva puntuale tutti gli anni, è la preoccupazione dominante tra i lavoratori della distilleria. La domanda è sempre la stessa, e tutte le labbra la ripetono:
"il Rhum, andrà bene? [...] Noi degustiamo con questa inquietudine [...]"
" Prendetene una goccia sul palmo della mano, massaggiatela forte e annusatela subito per cogliere l'odore di una possibile disgrazia. Quindi, con gli occhi chiusi, lasciate che la seconda goccia tocchi la lingua, raggiunga gli occhi, si allarghi e poi aspettate, aspettate, aspettate che arrivi alla testa […]"
"Alla fine di questa attesa, intravvedi una silhouette, un miraggio, una donna, lo spettro di una mancanza futura, una felicità istantanea, una sirena […]"
È Elmire. Ma Elmire non è solo la donna sull’etichetta della bottiglia, Elmire è una voglia, una chimera, una ricerca: è la felicità, e appare molto, molto, raramente.