L’Avana, il caldo appiccicoso, i panni stesi ad asciugare che colorano le strade…
Cadillac anni 50 tirate a lucido, sigari che emanano nuvole di fumo.
Scorci pittoreschi di palazzi decadenti, aria salmastra, bambini che giocano per strada e vecchi che raccontano memorie.
Luoghi vecchi e luoghi nuovi, rumba, salsa, onnipresente reggaeton…Mojito, Pina colada, Daiquiri al Floridita col pensiero ad Hemingway e gli occhi ai tramonti spettacolari.
Città sporca, trasandata, ferita, autentica e verace, ma anche turistica e falsa, che facilmente riscalda testa e cuore con fiumi di Rum.
Rum miscelato e liscio, che si beve per bere, per camminare, per ballare, per dormire e per pregare…
E’ in questa cornice che il Rum rivela il suo lato mistico.
Camminando per le strade vi capiterà di imbattervi in case dalle porte aperte: il rullo dei tamburi risuona invitante.
Dentro c’è molta gente disposta in semicerchio, un Santero vestito di bianco e un altare votivo con una fila di statuette di Santi.
L’altare è ricolmo di doni per le divinità: immancabili le bottiglie di Rum e poi fiori, cibo, noci di cocco, denaro…
La gente in semicerchio si passa di mano in mano una scodella di mezza noce di cocco riempita di Rum.
Tutti bevono.
Quando tocca al Santero lui beve il Rum, si sciacqua la bocca, lo sputa per terra e sui presenti, poi beve ancora e il giro ricomincia…
Il suono dei tamburi diventa sempre più ipnotico.
Iniziano i canti, i corpi si muovono con cadenza ritmica, qualcuno cade in trance.
Il Santero fuma un sigaro soffiandone il fumo su oggetti rituali e persone.
Chiamano gli spiriti, i morti di Cuba… e lo fanno col tamburo, i canti e il Rum.
E’ la religione dell’altra Cuba, quella della Santeria, dei Babalawo e degli Orisha.
E’ il sincretismo degli ex schiavi africani portati ai tropici per lavorare alle piantagioni di canna da zucchero.
Gli fu vietato di professare la loro religione, ma essa era l’unica cosa che possedevano e non potevano rinunciarvi.
Finsero di pregare i santi cristiani officiando segretamente i loro riti, innaffiando le loro cerimonie col Rum e il fumo dei sigari, nascondendo dietro ogni Santo Cristiano un potente Orisha.
Così la vergine Maria è Yemayà , protettrice dei marinai della baia dell’havana, Madre della vita e degli altri dei; San Lazzaro è Babalú Ayé , Dio guaritore di malattie e infermità; Santa Barbara stranamente è Changò, Dio della virilità, della mascolinità, del fuoco, dei fulmini e dei tuoni, della guerra, della danza, della musica e dei tamburi.
L’elenco dei Santi potrebbe essere pressoché infinito.
Ogni canzone ha il suo senso.
Ogni battito sul tamburo un significato.
Ogni sorso di Rum un potere evocativo, purificatore.
Il Rum è lo spirito che i cubani bevono per legare la realtà alla loro vita spirituale, un potente nettare magico, un alcool con un meraviglioso significato mistico…
Perché noi lo sappiamo bene: il Rum può essere questo, e tanto altro ancora...Ne volete un sorso?
Cleide Strano